Occupazione e Nuove Tecnologie

In questi giorni alcuni articoli e convegni hanno posto all’attenzione dell’opinione pubblica la relazione tra il calo dell’occupazione e lo sviluppo delle nuove tecnologie nel campo della robotica e dell’Intelligenza Artificiale (IA) .
E’ necessario  riconoscere le potenzialità di questo processo e le sue contraddizioni, ma evidenziando la complessità dei temi che si dovranno affrontare, per evitare una deriva populistica e forti tensioni sociali. Il superamento di una logica puramente assistenziale e  l’introduzione del concetto di “Lavoro di cittadinanza” possono aprire la strada ai nuovi diritti per tutelare i lavoratori dalle inevitabili ricadute di queste innovazioni tecnologiche .
Sono senz’altro maggiori le contraddizioni che si presenteranno in questa IV Rivoluzione Industriale rispetto alle tre precedenti. Infatti la I e la II Rivoluzione Industriale, culminate con l’introduzione delle macchine a vapore e dell’elettricità, pur con la resistenza iniziale dei luddisti, sono riuscite a creare nuovi posti di lavoro traendo mano d’opera dalle campagne e si sono sviluppate in un mondo sconvolto da numerose guerre. La III Rivoluzione industriale con l’introduzione dell’informatica e dell’automazione nelle fabbriche, ha consentito di aumentare la produzione e la diffusione di beni di consumo tra i ceti medi, operando in un mondo con frontiere ben salde e migrazioni contenute.

Fabbrica robotizzata

La IV Rivoluzione Industriale che vede lo sviluppo della Robotica e della IA si svolge in un contesto ben più complesso.  Infatti la globalizzazione ha favorito il movimento di merci e di individui in tutto il mondo, incrementando i fenomeni dell’immigrazione, della delocalizzazione delle produzioni e dei rilevanti gap nel costo del lavoro.  A questo si aggiunge l’allungamento della vita media, che costringe a restare più a lungo sul posto del lavoro.
Già oggi i cosiddetti “forgotten men” dei paesi industrializzati, che si sentono esclusi alimentano i populismi ed hanno favorito i risultati elettorali della Brexit e di Trump. Si comprende quindi come vengano viste con preoccupazione le statistiche di quei ricercatori secondo i quali nei prossimi venti anni almeno il 30-40% degli attuali posti di lavoro potranno essere sostituti dalle macchine.
Fino ad oggi i processi di automazione avevano aiutato l’uomo nelle fabbriche o nei servizi, mentre con la IV Rivoluzione Industriale la robotica e l’IA si accingono a sostituire definitivamente l’uomo in molti di questi processi. Nelle prime applicazioni dell’Industria 4.0 in Cina si stanno realizzando fabbriche ad operaio zero, con macchine che possono produrre H24, anche in ambienti privi di illuminazione. Un risparmio su una forza lavoro cinese, che ha triplicato i salari negli ultimi 10 anni e  che rende oggi più economico un investimento in fabbriche robot.  Il concetto di Industria 4.0 in Germania ed in Italia, pur prevedendo riduzioni energetiche e occupazionali,  è più concentrato sulla qualità del prodotto e gli stessi incentivi previsti dal Governo prevedono interventi relativi all’Internet delle Cose (IOT), che consentono una connessione permanente tra il prodotto e il sistema che lo ha realizzato, per segnalare eventuali disfunzioni e correggere i successivi processi di produzione.
L’Italia, che resta il secondo paese europeo per produzione industriale, possiede molti centri di eccellenza nel settore della Robotica e dell’IA, sia nel settore privato, che universitario, centri che sono ancora poco valorizzati e poco utilizzati per la formazione del personale necessario alla gestione delle nuove tecnologie.
La novità della IV Rivoluzione Industriale è rappresentata dall’impatto che potrà avere non solo nella produzione industriale, ma soprattutto nei servizi e nelle professioni, appena sfiorate dalle precedenti tecnologie. Secondo Bloomberg, negli ultimi 10 anni l’home e il mobile banking hanno lasciato a casa oltre 150mila dipendenti bancari in tutta Europa e neanche i giornalisti sono risparmiati da questo processo, tanto che dal 2014 l’Associated Press utilizza software che generano  articoli di finanza e di sport raccogliendo informazioni dalla rete e confezionando notizie secondo i classici standard giornalistici.

Amelia
Amelia per segreteria e call center

La sostituzione delle etichette a radiofrequenza RFID al posto degli attuali codici a barre è stata già attuata da alcune catene commerciali, facendo sparire le cassiere dai supermercati e consentendo al cliente di pagare con carta o telefonino dopo aver scelto i prodotti.  Amelia il software di segreteria e call center che parla 20 lingue e risponde h24, sta sostituendo gli operatori di call center in molte aziende, rendendo antieconomico persino il processo di delocalizzazione in Albania oggi attuato da molti operatori.
Gran parte degli osservatori ritengono che entro i prossimi 20 anni sarà pienamente operativa la circolazione delle auto senza guidatore e questo toccherà i livelli occupazionali di un settore come quello dei trasporti, che comprende tassisti, camionisti e autisti di mezzi pubblici.  Già in molti paesi si stanno sperimentando auto e camion senza guidatore e Uber sta utilizzando a Pittsburgh dei taxi a guida automatica, anche se in alcuni casi un tecnico è ancora presente all’interno del mezzo per intervenire in caso d’emergenza.    Il 16 febbraio 2017 il Parlamento Europeo ha approvato una Risoluzione che chiede alla Commissione Europea di elaborare e proporre norme che tutelino i cittadini dagli incidenti che potrebbero essere causati da Robot e Intelligenza  Artificiale.  E’ ancora una fase in cui si sta adeguando la legislazione dei vari paesi a queste nuove tecnologie, tutte le case automobilistiche hanno attivato progetti per le auto  senza guidatore ed anche in Italia ci si appresta a dotare le strade statali di sensori elettronici per il transito delle auto senza autista attraverso una collaborazione tra ANAS e Università di Parma.
Se pensiamo che all’inizio della I Rivoluzione Industriale l’orario di lavoro era di 60-70 ore settimanali ed oggi è arrivato a 37-40 ore settimanali, si capisce come il governo di questo processo possa portare ad una riduzione dell’orario e alla creazione di nuova occupazione nei settori del tempo libero e della robotica, ma occorre un sistema di formazione adeguato alle nuove competenze professionali e ben diverso dall’attuale sistema di formazione professionale gestito dalle Regioni, che non aiuta il reinserimento ed è spesso fonte di sprechi .
E’ una sfida che non si vince con un’esaltazione acritica del progresso e con una promessa di reddito a  tutti difficile da mantenere, ma riconoscendo un reddito di inserimento che accompagni le persone nella fase di formazione.  L’importante è non sottovalutare l’impatto delle nuove tecnologie e prevedere soluzioni diversificate per governare un processo che durerà alcuni decenni e che potrà portare in ogni paese un aumento della povertà e delle tensioni sociali, oppure una aumento di occupazione e servizi ed un miglioramento della qualità della vita.

 

Sergio Scalia