Internet of Things (IOT)
Con le nuove tecnologie e i sistemi di connessione tra i vari oggetti vengono oggi prodotti e scambiati enormi quantità di dati. Ogni oggetto può ricevere e trasmettere dati (auto, orologi, elettrodomestici, indumenti, apparati medici, prodotti sugli scaffali).
Il numero di dispositivi collegati nel mondo raddoppia ogni 5 anni. Si è passati così dai 12,5 Miliardi di dispositivi connessi nel 2010 ai 22 Miliardi nel 2018 e si prevede di arrivare a 40 Miliardi di dispositivi connessi nel 2025. Negli ultimi 2 anni sono stati prodotti più dati di quanti ne siano stati prodotti dal 2022 all’inizio della civiltà umana.
Internet delle cose, in inglese Internet of Things (IOT), è un termine utilizzato nel mondo delle telecomunicazioni e dell’informatica e fa riferimento all’estensione di Internet al mondo degli oggetti, che possono interagire tra di loro e trasmettere informazioni sotto forma di dati da conservare e da elaborare.
In ambito produttivo questo meccanismo ha consentito di sviluppare “Industry 4.0”, una nuova organizzazione del processo industriale in cui le macchine sono connesse tra loro e collegate via Internet con altre macchine, con gli stessi prodotti, con fornitori e clienti, con l’indotto. In questo “Internet delle cose” si crea una rete complessiva da cui le macchine possono ricevere indicazioni per modificare e integrare la produzione stessa senza interventi esterni dell’uomo (Automazione + Connettività).
Big Data
Con il termine ”Big Data” si fa riferimento alla raccolta, all’analisi e all’accumulo di ingenti quantità di dati.
Secondo la Commissione Europea, nel 2018 il volume totale di dati creati nel mondo è stato di 33 zettabyte (1 ZB = 1021 Byte) e sarà di 175 ZB nel 2025. Questo incremento è legato allo sviluppo delle applicazioni IOT, ma anche ai processi di sequenziamento del DNA, alla diffusione degli archivi digitali pubblici, all’enorme quantità di dati raccolti dal CERN, (che ogni anno raccoglie dati memorizzabili in una colonna di CD alta 20 Km).
Il grafico elaborato da AGCM (Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato) sui dati IDC (International Data Corporation) visualizza tale incremento nella produzione di dati, incremento che pone nuovi problemi sugli strumenti necessari per memorizzare e scambiare questa sempre crescente quantità di dati.
Per avere un’idea di quante informazioni vengono generate in 60 secondi nel mondo, solo grazie all’utilizzo di Internet, la società Go-Globe ha elaborato un prospetto che rende l’idea di quanti dati produciamo con il semplice utilizzo dei più diffusi social network, gestori di media, mail e cloud.
Data Mining
Con il termine «Data Mining» si intende quel complesso di operazioni che riesce a dare un significato all’enorme quantità di dati raccolti e consente di interpretarli e utilizzarli per assumere decisioni (l’80 % dei dati industriali non viene mai utilizzato).
Nella ricerca di mercato l’utilizzo del data mining è volto ad ampliare la conoscenza dei meccanismi con cui orientare le scelte commerciali nei confronti dei consumatori. Il social data mining, ovvero l’analisi di informazioni generate dalle reti sociali online può essere utilizzata per la sentiment analysis (nota anche come opinion mining) con cui costruire sistemi per l’identificazione ed estrazione di opinioni dai testi digitati.
Questo Data Mining di selezione e di interpretazione dei dati utili avviene tramite «Algoritmi», programmi complessi che forniscono risultati utili per assumere le decisioni.
Quando parliamo di «Intelligenza Artificiale IA» intendiamo quindi un sistema complesso che, partendo da un’enorme base di dati, riesce ad interpretarli tramite un algoritmo ed a proporre soluzioni attraverso un processo di apprendimento (Machine Learning). In più un sistema di IA riesce sempre a memorizzare ed elaborare nuovi aggiornamenti.